Der Kaiser Von Atlantis

Per il giorno della memoria

TEATRO CHIABRERA DI SAVONA
Domenica 26 gennaio – ore 17.00
Lunedì 27 gennaio – ore 10.00 / 0re 11.45  - Recite per le scuole

SALA STELLA MARIS
Martedì 21 gennaio - Ore 17.00
Conferenza DER KAISER VON ATLANTIS
Relatori: Emanuela E. Abbadessa, Sergio Tortarolo
Teatro dell’Opera Giocosa e Associazione Rossini in collaborazione con ANED, ANPI, ISREC

 

DER KAISER VON ATLANTIS
Opera di Viktor Ullmann

 

Bubikopf: Claudia Belluomini

Der Trommler: Enrica Rouby

Harlekin: Gianluca Moro

Ein Soldat: Fengxun Cai

Kaiser Overall: Michelangelo Ferri

Der Tod: Huigang Liu

Der Lautsprecher: Zhang Shuai

 

Direttore: Giuseppe Bruno

Regia: Stefania Panighini

Aiuto regia: Ai Takagi Donno

Luci e Scene: Andrea Tocchio

 

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In Coproduzione con il Lerici Music Festival, il Conservatorio Puccini di La Spezia e Opera for Peace

Nuovo allestimento in prima esecuzione a Savona

 

Questo teatro ha siglato un accordo di coproduzione con l’Associazione Suoni dal Golfo che organizza il Lerici Music Festival per produrre l’opera Der kaiser von Atlantis di Viktor Ullmann su libretto di Peter Kien scritta nel campo di concentramento di Theresienstadt nel 1943, che sarà realizzata a Lerici nell’agosto del 2024 e a Savona nel gennaio del 2025 per le manifestazioni del Giorno della memoria che aumenteranno l’offerta dell’autunno 2024. L’opera sarà diretta da Giuseppe Bruno con la regia di Stefania Panighini e l’impianto scenico e luci di Andrea Tocchio e verrà eseguita in lingua originale tedesca.

Che valore hanno la vita e la morte in un mondo in cui le persone sono state private della loro dignità? Questa è la domanda attorno alla quale ruota l’opera di Ullmann composta nel 1943-44 per un ensemble di solisti di prim’ordine tra gli orrori quotidiani del lager di Terezín in cui erano rinchiusi il compositore e il librettista Peter Kien. Il campo di concentramento ceco era stato scelto dalla propaganda nazista come modello per mascherare le atrocità e gli orrori dei campi di sterminio: qui si giravano film di vita apparentemente idilliaca, vi erano dei caffè, vi venivano allestiti concerti e rappresentazioni teatrali (1). La partitura di Ullmann è sopravvissuta quale testimonianza di appassionata resistenza artistica contro un regime inumano.

L’opera racconta la storia del paranoico imperatore Totalitario (Overall) che fa la guerra con una tale passione che persino la Morte decide di prendere posizione contro di lui. Trattenuta dalla silenziosa accettazione delle masse, la roccaforte del sistema dell’ingiustizia imperiale perde il suo potere nel momento in cui la Morte si dimette dai suoi doveri. L’immunità alla morte di cui parla la vicenda doveva suonare crudelmente sarcastica nel lager di Terezín, luogo di morte per 140 mila persone.

Di fronte alla morte meccanizzata su scala industriale presieduta dall’Imperatore di Atlantide, Arlecchino e Morte – «la vita che non può più ridere e la morte che non può più piangere» – si riducono a osservatori di un mondo «che ha dimenticato come dilettarsi nella vita e morire di morte». Quando l’Imperatore dichiara una guerra di tutti contro tutti, la Morte sente di essere stata derubata di ogni dignità e rifiuta di servire ancora l’Imperatore. Se la morte perde il suo orrore, tutto perde senso: che potere ha un despota assassino se nessuno nel suo impero può più morire? Non si possono eseguire esecuzioni, i soldati si dimostrano incapaci di uccidersi a vicenda e ben presto l’intero Paese viene sopraffatto dalle aspre proteste dei morti viventi contro l’immortalità che è stata loro imposta. La Morte si offre di porre fine al suo sciopero se l’Imperatore accetta di sacrificarsi «come il primo a subire questa nuova morte«. L’Imperatore allora dà l’estremo saluto e segue la Morte.