Trama


Simone Alaimo

ATTO PRIMO
Antica sala  del decadente palazzo baronale.
Don Magnifico, barone di Montefiascone, vive con le due figlie Clorinda e Tisbe, viziate e trattate con tutti i riguardi, e con la figliastra Angelina, da tutti soprannominata Cenerentola, cui spettano i lavori più umili della casa. Angelina è intenta alle faccende domestiche e intona una malinconica canzone; giunge all'improvviso un mendicante (in realtà il filosofo Alidoro, precettore del principe Don Ramiro, sotto mentite spoglie, venuto a sondare il cuore delle fanciulle); Clorinda e Tisbe lo respingono, Angelina invece lo accoglie e gli offre del cibo. Alcuni cavalieri annunciano la visita del principe in persona. Don Ramiro, è noto, è alla ricerca di una moglie e ha organizzato un gran ballo nel suo castello per sceglierla tra le tante fanciulle invitate. Le sorellastre, agitatissime, svegliano con il loro cicaleccio il padre, che subito si alza di cattivo umore, poi racconta di un suo strano sogno, presagio di imminente fortuna. Nel frattempo arriva Don Ramiro, che per non essere riconosciuto ha vestito i panni del suo scudiero Dandini. Non appena scorge Angelina, tra i due giovani scocca il "colpo di fulmine", ma la ragazza è spaventata e parla in maniera confusa. Arriva infine Dandini, travestito da principe. Don Magnifico e le figlie non si accorgono del tranello e gli rendono omaggio con grande deferenza. Poi si preparano per il ballo. Angelina implora di essere portata con loro, ma Don Magnifico la respinge brutalmente. Don Ramiro trattiene a stento la propria indignazione e Alidoro, commosso, decide di aiutare la povera ragazza.

Palazzo del principe.
Don Magnifico viene nominato sovrintendente alle cantine reali e gongola, convinto che una delle sue figlie andrà in sposa al principe, permettendogli così di risistemare le proprie finanze: per mantenere la sua famiglia nel lusso e nell'ozio, infatti, il barone ha sperperato tutta l'eredità di Angelina. Dandini e Ramiro, intanto, discutono sulle figlie del barone, che cercano di mettersi in bella mostra agli occhi del principe. Improvvisamente giunge una splendida e misteriosa dama. È Cenerentola, velata, a fare la sua apparizione e, mostrato il viso, desta lo stupore generale; ma nessuno, ancora, la riconosce.

ATTO SECONDO
Don Magnifico - che intuisce l'identità della misteriosa fanciulla - è preoccupato: le sue figlie rischiano di rimanere escluse. Frattanto anche Don Ramiro nota la somiglianza della dama con la (presunta) governante del barone; ascolta allora, di nascosto, la conversazione tra lei e Dandini, che è ancora travestito da principe. La fanciulla respinge la proposta di matrimonio del falso principe, confessando di essersi innamorata dello scudiero. Don Ramiro é al culmine della gioia e si mostra ad Angelina, chiedendole la mano. Lei gli dona un braccialetto e pone una condizione: se saprà ritrovarla e se non gli spiacerà la sua vera identità, allora il suo amore si dimostrerà sincero e lei accetterà la sua proposta. Don Ramiro decide finalmente di porre fine alla girandola dei travestimenti: ritrova il proprio ruolo di aristocratico e si mette subito alla ricerca della bella sconosciuta. Poco dopo Dandini informa Don Magnifico di essere un semplice scudiero, facendolo montare su tutte le furie.

Casa di Don Magnifico.
Cenerentola/Angelina è accanto al fuoco, sogna il principe e canta. Rientrano anche Don Magnifico e le figlie, che sfogano su di lei la loro irritazione. All'improvviso scoppia un temporale. La carrozza di Don Ramiro si rovescia - per merito di Alidoro - proprio davanti alla casa del barone. Eccolo allora fare il suo ingresso: scorge al polso di Cenerentola il braccialetto, riconosce in lei la misteriosa fanciulla del ballo e, rivelando la propria vera identità, la chiede in sposa. Stupore generale. A Don Magnifico e alle sorellastre non resta che rassegnarsi. Si rende omaggio alla nuova principessa. Angelina chiede al marito, Don Ramiro, perdono per il patrigno e le ragazze, che, finalmente, si inchinano ai suoi piedi. Nulla manca al trionfo della bontà.