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Apre la stagione autunnale Così fan tutte, dramma giocoso in due atti di Wolfgang Amadeus Mozart su libretto di Lorenzo Da Ponte, in scena al Teatro Chiabrera di Savona venerdì 9 ottobre (ore 20.30) e domenica 11 ottobre (ore 15.30).
Anteprima Scuole mercoledì 7 ottobre, ore 10.00.
Cast: Anna Kraynikova (Fiordiligi), Marina De Liso (Dorabella), Giulio Mastrototaro (Giuglielmo) Francesco Marsiglia (Ferrando), Linda Campenella (Despina), Domenico Calainni (Don Alfonso).
Regia, scene e costumi: Elisabetta Courir
Light Designer: Alessandro Santarelli
Orchestra Sinfonica di Sanremo
Coro P. Mascagni di Savona
Direttore d'orchestra: Giovanni Di Stefano
Maestro del Coro: Gianluca Ascheri
Nuovo allestimento del Teatro dell'Opera Giocosa di Savona
Coproduzione Teatro dell'Opera Giocosa di Savona e Fondazione Orchestra Haydn di Bolzano e Trento
L'opera delle marionette: idea più calzante per il Così fan tutte, forse, non c'è. Questi personaggi, pupazzi lanciati allo sbaraglio nel vorticoso turbinare della vita, si perdono dietro ad un capriccio o ad un amore effimero, si trovano aggrovigliati in giochi, travestimenti, inghippi d'ogni sorta, sempre attaccati ai fili del gran burattinaio che li muove a suo piacimento. Chi sarà mai, poi, questo cinico capocomico di nome Don Alfonso, che conosce le leggi dell'esistenza, che non si fa illusioni e sorride - non senza un pizzico di amarezza - alle burle spietate della vita? Mozart stesso, forse, o Lorenzo Da Ponte. Chi più di loro, con le tre mirabili Opere Italiane - Nozze di Figaro, Don Giovanni, Così fan tutte - ha saputo svelare, in una arguta combinazione di serio e faceto , divertimento e sarcasmo, le ipocrisie del nostro vivere quotidiano?
Così fan tutte è l'opera che al meglio esprime la mentalità razionalistica dell'Illuminismo: gaia, pepata ed estremamente lineare, con un impeccabile ed arguto gioco di simmetrie musicali - a partire dai registri vocali delle coppie, che assai bene si conciliano quando sono "scambiate" - in magistrale accordo con un libretto perfetto. E la morale schietta, dulcis in fundo, non si fa certo attendere.
Duro colpo alla mentalità perbenista che stava prendendo campo ai tempi di Mozart: l'aristocrazia, più spregiudicata e avvezza ai frivoli giochi di seduzione, è ora minacciata dai nuovi borghesi, ricchi di nuovi ideali, i cui ingredienti primari sono onestà, integrità della famiglia, onore, lavoro. Come accettare che integerrimi rappresentanti della nuova classe in ascesa possano, in un attimo, far crollare cotanti valori, certezze e saldi principi morali? E che per di più vengano bistrattati da una serva?
Capita così che il libretto venga rimaneggiato, adeguato, addolcito quando non moralizzato; e che il titolo originale cambi più di una volta, in occasione delle rappresentazioni in palcoscenico, tanto che bisogna aspettare ben più di un secolo dalla sua nascita per avere esecuzioni fedeli, in tutto e per tutto, all'originale. Un vero peccato, se pensiamo che il testo del Da Ponte è un magistrale intarsio, in equilibrio perfetto tra il livello alto, quello letterario - sia dal punto di vista metrico che delle fonti utilizzate (si pensi a L'Orlando Furioso) - e il livello basso, infarcito di citazioni popolari o doppi sensi, cui corrispondono, anche qui, adeguati metri poetici; con una veste musicale, nemmeno da dire, che gli calza a pennello.
Così fan tutte debutta a Vienna nel 1790 ed è l'ultima delle opere mozartiana nate dal fertile connubio con Da Ponte; delle tre senza dubbio la più attuale e "corrosiva".